Vincitore del Prix Ars Electronica 2005 nella categoria “The Next Idea”, il giovane artista Martin Maringer se l’è proprio inventata bella…fondendo l’idea del suono con quella della memoria, e dell’identità  personale, e ancora dell’espressione di questi due concetti fondamentali attraverso gli oggetti del quotidiano, ha scelto quegli oggetti che per lìappunto ci sono più vicini, più intimi, che più si fondono con la nostra personalità  e la nostra storia: i vestiti.
E li ha legati ad un altro aspetto fondamentale della vita, il suono. Suono come voce, che racconta, che descrive, in breve che costruisce memoria, suono come voce dell’ambiente che ci circonda, traccia del nostro passaggio e del nostro incontro con gli altri. Ancora, suono registrato, impronta viva ma al contempo duratura, trasmissibile, fedele riproduzione del momento effimero…
Si tratta di questo: prendete i vestiti che indossate, dotateli di un “radio frequency identificator” (RFID), un chip in grado di registrare/salvare informazioni sonore, cucito tra le pieghe degli abiti, la vostra maglietta preferita, i vecchi jeans del liceo, il berretto di lana della nonna…quando sarà  il momento di rifare il guardaroba, portate il tutto in uno speciale second-hand shop, dove si scambiano vestiti che sono al contempo documenti/paesaggi/memoria sonora.
Comprare un abito di seconda mano, significherebbe avrebbe accesso alla traccia sonora del proprietario precedente, significherebbe conoscerlo, confrontarsi con lui…
L’esperimento che Martin propone è il seguente: si potrebbe così dimostrare che chi ha simili gusti nel vestire ha anche interessi simili e un analogo stile di vita?
I vestiti hanno molto da dirci, dopotutto passiamo con loro la maggior parte del nostro tempo…che lo si voglia o no
http://www.aec.at/en/prix/nextidea/index.asp
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