Mercoledì 21 novembre Firenze ha ospitato nella stupenda cornice di Villa Romana la performance XERROX dell’artista tedesco Carsten Nicolai, in arte Alva Noto.
Non sto qui a dirvi chi sia o cosa abbia fatto Nicolai in questi anni (i motori di ricerca servono per questo…), ma vorrei descrivere l’evento dal nostro punto di vista, quello della progettazione del suono.
La performance è avvenuta all’interno di una stanza al pian terreno della stupenda villa fiorentina. Diciamo uno spazio rettangolare di 50/60 mq. Da una parte le sedie per il pubblico (eravamo più d 100, ma come abbiamo fatto a entrarci tutti?), dall’altra un tavolo contenente i vari gingilli tedeschi (il miracolo avvenne: un notebook che non ha una mela tatuata sul davanti) e un telone bianco appeso al muro per la proiezione. Ai lati del tavolo due altoparlanti ad altezza d’uomo per la diffusione stereo (piccola delusione…).
La performance dura poco meno di un’ora. Il problema è che non me ne sono nemmeno accorto. Avete presente cosa vuol dire rimanere seduti per tutto quel tempo senza scalpitare? Non ero certamente ad un concerto rock. La vera immersione sonora.
La proposta di Alva Noto gira tutto intorno al concetto di interferenza sonora, che viene rielaborata e magnificamente guidata durante tutto il tempo della performance. Il suono risultante è all’inizio ripetitivo, piatto, zanzaroso (concedetemi questo termine poco colto), ma poi si trasforma in qualcosa di ondulatorio, avvolgente, per poi raggiungere un momento di respiro che rasenta l’ambient music (nel senso buono per fortuna).
Allo stesso tempo le proiezioni si fondono con il suono, mostrando degli oggetti corpuscolari che si uniscono e si dispongono come fossero una griglia, una nube, uno sciame, una figura regolare, un corpo rilassato e poi nevrotizzato.
Quando siamo vicini alla fine sembra che qualcosa stia per esplodere, le interferenze sonore prendono il sopravvento e pare di ascoltare una versione minimal dei My Bloody Valentine, ma non è così. Il buon Carsten non suona la chitarra davanti all’amplificatore, per cui rimette tutto a posto in modo elettronico (o elettroacustico? E’ qui la questione…), con una bella implosione che ci fa svegliare tutti.
Purtroppo non sono riuscito a capire le modalità  di lavoro del tedesco, e quindi non è stato possibile dedurre che tipo di software abbia utiizzato o quale sia stato il livello di improvvisazione live della composizione audio-visuale.
A ogni modo il mio fido telefonino magicamente si è messo a registrare alcuni dei momenti più intensi della performance, per cui potete farvi un’idea, lo-fi e parziale, ma comunque indicativa della qualità  del progetto audio-visto.
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Ciao,
secondo me, guardando il video, ha utilizzato un software che fa la correlazione di fase vettoriale del segnale che si sente.
Il correlatore di fase è uno strumento di analisi che permette di rappresentare graficamente le caratteristiche stereofoniche di un segnale audio (un esempio sono gli strumenti della RTW).
I grafici che ne risultano, fatta eccezione la grafica che è molto più “da laboratorio”, hanno movimenti molto simili.
Questa è un ipotesi, per esserne sicuri bisognerebbe chiederlo a lui!
Ciao!
Dico solo una cosa…magari pubblicizzare di più l’evento???Fortunati Voi 100 che avete partecipato, come ammiratore di Noto e di tutta la Raster Noton, mi consolo avendo visto quest’anno i Signal…
[…] Il concorso di Ars Electronica compie quest’anno vent’anni, e che vent’anni! Istituito nel 1987 nel corso del tempo non si è tirato indietro, ed ha seguito con spirito pionieristico i complessi cambiamenti che hanno portato dalle sperimentazioni più o meno analogiche alle esplosioni della digital art, in tutti i campi. Vi basti dare un’occhiata al palmares dei vincitori di questi anni, nella categoria a noi più vicina, Digital Musics: si va da Trevor Wishart, Denis Smalley, Kaija Saariaho, Bernard Parmegiani e Alejandro Vinao (tutti rappresentanti più o meno storici della musica elettroacustica, per dirlo con una parolaccia, accademica) a Aphex Twin, Ryoji Ikeda e Carsten Nicolai. […]
caro Mauro, devo dirti che stranamente questo evento era stat abbastanza pubblicizzato a Firenze. Forse in effetti in Rete non ha avuto un grande riscontro e magari anche io avrei potuto postarlo prima di andarlo a vedere. Me ne scuso, cercheremo di fare del nostro meglio in futuro
Usa 2 macbook pro con la mela nascosta, sincronizzati con hardware, una rme 400 e come software ableton live e reaktor 5 per la parte grafica.
ciao permalink, ho visto poche sere fa alva noto suonare insieme a byetone all’accademia tedesca di roma. è stato uno spettacolo eccezzionale. avevo visto altre volte sia l’uno che l’altro ed ero sempre rimasto entusiasta, ma questa volta si sono superati. per caso c’eri pure tu? sapresti dirmi che software hanno utilizzato, io non sono riuscito a capirlo, a fine serata ho dato una sbirciata hai computer ma le interfacce mi erano sconosciute.
grazie comunque.
ciao Torino, Alva Noto è veramente un grande personaggio e in questi ultimi due anni lo ha dimostrato più volte, sia con i suoi lavori che con le collaborazioni.
Purtroppo a Roma non ero presente e quindi…