Un saluto per Karlheinz Stockhausen

Karlheinz Stockhausen in una foto di Javier Chandia

Mercoledì scorso ci ha lasciati all’età  di 79 anni. Solo oggi ne è stato dato l’annuncio.

Sono sicuro che non ci sia bisogno di ricordare chi sia stato o cosa abbia fatto questo uomo per il Suono.

Lo vogliamo ricordare in tre modi diversi: un esperimento video su Kontakte, una ripresa spettacolare di Helicopter String Quartet e l’intensa lecture Four Criteria of Electronic Music del 1972 all’Oxford Union.

E’ il nostro omaggio a questo grande artista.

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Gianpaolo D'Amico

10 COMMENTS

  1. Vorrei aggiungere ancora una cosa in memoria di questo artista straordinariamente vitale, che due anni fa incontrai a Bologna, bianco vestito con le sue compagne muse la suonatrice di corno di bassetto Suzanne Stephens e la flautista Karin de Fleyt .
    Vorrei invitare coloro che non lo conoscessero già  ad ascoltare (???) Gesang der Jà¼nglinge, un brano del 1956 che come disse lo stesso Stockhausen ha aperto “una nuova dimensione nell’esperienza musicale”.La versione originale dell’opera fu composta per nastro a cinque piste e prevedeva la realizzazione con cinque altoparlanti posizionati tutti attorno al pubblico. Agli albori della concezione “olistica” dell’ascolto!

  2. Vivete completamente soli per quattro giorni
    senza cibo
    in completo silenzio, senza muovervi molto.
    Dormite il necessario, pensate il meno possibile.

    Dopo quattro giorni, a tarda notte,
    senza aver prima conversato con qualcuno,
    suonate singoli suoni.
    SENZA PENSARE cosa state suonando,
    chiudete gli occhi
    e ascoltate.

    Karlheinz Stockhausen

  3. Vorrei ricordare il suo bellissimo “Aus den sieben Tagen” quindici brani di musica intuitiva che tanto influenzarono l’improvvisazione europea.

    (Nessun post su Marco Stroppa a Firenze?)

  4. Una piccola correzione al post di Ilaria: la fenomenale flautista olandese che fu compagna di vita di K.S. per almeno 25 anni si chiama Kathinka Pasveer.
    Karin de Fleyt e’ invece una giovane e brava flautista, allieva di Kathinka.
    Altro dettaglio curioso: la prima versione del “Gesang” prevedeva, se non ricordo male, quattro altoparlanti intorno al pubblico e uno sul soffitto!!

  5. Caro Massimiliano, ricordi bene. Anche se dopo quella prima avventura da una diffusione a 5 canali – 4 su 2 magnetofoni multitraccia (che all’epoca potevano reggere massimo due tracce) sincronizzati automaticamente e 1 sincronizzato manualmente – si passò ad un più gestibile quattro canali. Non è chiaro (le fonti sono discordanti) se si trattasse di cinque diffusori singoli o di cinque gruppi di diffusori.

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