E’ ora di riprendere la discussione sul fai-da-te, inaugurata da Gianpaolo qualche tempo fa.
Si perchè le sfide che attendono ogni sound designer che si rispetti, alla vigilia dell’uscita dell’attesissimo MAX 5, ahimè, ammettiamolo, non hanno a che fare soltanto con il suono come tanti di noi vorrebbero. Anzi.
Hanno a che fare con sensori, oggetti sonori (nel senso stretto della parola), strumenti – nel senso di tools – modificati e trasformati in fonti sonore non convenzionali…tecnologie sempre più diffuse, nella pratica e anche nell’immaginario del pubblico. Quindi, diventerà  sempre più “d’obbligo” saperli maneggiare. E destreggiarsi con cavi di rame, prese e interruttori, fotocellule e valvole ad aria compressa, giocattoli per bambini, rimasugli di bottega, sensori di temperatura rubati alla serra del nonno…
Fin qui tutto (o quasi) bene. Il sogno dell’infanzia che si avvera. Ma quando si tratterà  di convertire i segnali così ottenuti in modo da poterli gestire dal punto di vista sonoro?
A quel punto, a molti di noi la fantasia non basterà  più…la ben nutrita community del Do It Yourself corre in aiuto attraverso la rete di chi di noi si arrenderà  di fronte ai problemi dell’ingegneria.
Oggi vi segnalo la piccola ma attrezzatissima Adafruit Industries. Fondata dall’intraprendente e brava Limor di Ladyada, laureata al prestigioso Media Lab del Massachussets Institute of Technology. Insomma, una garanzia.
Adafruit fornisce a prezzi modici sia le componenti che eventualmente l’intero “pezzo” di tutti gli hardware elettronici usciti dalla fantasia di Limor.
Credo che a voi, come a me, interesserà  particolarmente il board MIDIsense, quello che ci serve per tradurre i segnali provenienti da qualsiasi sensore in segnali MIDI. E il gioco è fatto. Compatibile sia con Windows che con OSX (non ancora con Linux), il MIDIsense è stato sperimentato con tutti i principali software di gestione audio – Max/MSP e Ableton Live! su tutti, oppure usato direttamente con qualsiasi strumento dotato di MIDI in.
All’aspetto sembra molto robusto. La mappa interattiva mostra chiaramente tutte le componenti, e alla voce Make it! trovate le istruzioni complete per costruirlo da solo, a partire dai componenti che servono fino al prodotto finale.
Use it! è un interessante manuale su come invece utilizzare il MIDI sense compresa un’utilissima guida visiva su come preparare un sensore (fili, pinze e tutto!). Alla voce Sensors trovate una carrellata dei principali sensori utilizzati: di movimenti lineari e rotazionali, d’ambiente (fotocellule, sensori di temperatura e di gas), di forza (per esempio, sensibili alla pressione dell’aria) e interruttori. Ognuno corredato di scheda tecnica, costi e principali distributori (ovviamente americani).
Insomma, un’ottima risorsa da cui partire per sperimentare. Un’unica pecca: le istruzioni sono tutte in inglese…
Per chi volesse partire dal kit completo, lo può trovare in vendita, assemblato e funzionante, a 50 dollari.
- The Sound Outside – Podcast series with the authors - June 1, 2020
- From silence, listen to the future - April 13, 2020
- The Sound Outside – Listening to the world at Covid-19 Time - March 28, 2020
altri kit di sensori già  assemblati, ma customizzabili si possono trovare qui:
http://infusionsystems.com/catalog/index.php
http://www.eowave.com/
Per quelli che non badano a spese:
http://www.la-kitchen.fr/kitchenlab/toaster-en.html
http://www.la-kitchen.fr/kitchenlab/kroonde-en.html
Cari Painè e Fabio, grazie delle segnalazioni. Entrambe riguardano l’altra ipotesi di lavoro: ovvero utilizzare sensori “chiavi in mano”, in grado di connettersi direttamente al software, via MIDI, USB, wireless senza bisogno di interfaccia…Sicuramente si va sul sicuro, si tratta di prodotti di alta qualità  e ben testati…unica nota negativa, il prezzo! Molto poco DIY…che ne pensate?
Come darti torto Sara! Sono prodotti davvero formidabili e user friendly ma di sicuro poco fai da te. Ho visto la kitchen in funzione ed è stato sorprendente: in pochissimo tempo e con estrema facilità  si riescono a collegare un grandissimo numero di sensori. Tuttavia c’è poco da “smanettare” nel senso che, come hai detto anche tu, è tutto già  fatto! Sono senz’altro più interessanti e stimolanti sotto questo punto di vista i prodotti della Adafruit: una sorta di artigianato ipertecnologico! Ho già  puntato da tempo quel gioiellino di Arduino, non vedo l’ora di metterci le mani! Voi mi raccomando non mollate l’argomento!
Ciao,
mi chiamo nicola zonca (www.studioarki.com).
Sono un felice possessore di un Kroonde, che mi portò Thierry coduis, il patron della Kitchen, quando lo invitai ad insegnare ad un cosrso di sound design che organizammo a Bologna. Devo dire che continuo ad usarla con grande soddisfazione. La cosa più interessante è la trasmissione wireless, e la velocità  di reazione.
C’è però una butta notizia. La-kitchen ha chiuso i battenti, e non credo produca più.
N.
Salve ragazzi dove potrei trovare un sensore di pressione da applicare al mantice di una fisarmonica in modo da trasmettere via midi dati come volume o dinamica?
Ciao William, se vuoi iniziare a sperimentare, il modo più semplice è proprio quello di rivolgersi ai kit componibili di Ladyada. Sul sito trovi tutte le informazione sulla MIDIboard che fa al caso tuo, e la lista dei sensori a disposizione – in alternativa ci sono i link per ordinare i sensori stessi, se lei non li ha direttamente. Trovi il link al sito nel post. E poi ci sono le risorse segnalate nei commenti precedenti al tuo..hai di che sbizzarrirti!
Ho visto il sito Ladyada ma il sensore di pressione che necessito non c’e’…e poi ci sono tante varianti nel progetto che voglio….il sensore deve eseguire alla perfezione l’apertura e chiusura del mantice e trasmettere questo ad un modulo di suoni esterno e riprodurre l’espressione in maniera precisa…Penso non sia semplice …