Eccoci al secondo appuntamento con i lavori delle giovani leve italiane del sound design…Oggetti Sonori di Chiara De Maria ci permette ancora una volta di parlare di sound design, di design, e di oggetti. In particolare parliamo di oggetti le cui componenti fisiche sono state studiate per meglio rispondere a criteri acustici e, perchè no, simbolici e culturali.
Mi spiego meglio:
Chiara parte dallo studio sul suono negli oggetti, o, con le sue parole
L’idea di partenza è stata quella di immaginare oggetti che suonassero. Degli oggetti che non avessero nessun collegamento particolare con il suono ma, eccezionalmente, lo emettessero.
Il passo da qui alla scelta del carillon è stato breve. Oggetto carico di ricordi e suggestioni, per Chiara è diventato il mezzo per la rappresentazione della cultura popular, e per la sua rappresentazione sonora. Ma non solo: i carillon sono stati inseriti in oggetti – gli oggetti sonori, appunto – a loro volta simbolici. Per “far sì che l’oggetto e ciò che essso rappresenta siano tutt’uno”. La forma dell’oggetto, del contenitore di carillon dunque, non è casuale ma rimanda direttamente al suo significato, e per estensione al significato del suono nella cultura popular.
Aspetto per noi più importante, anche i materiali con cui l’oggetto è costruito non sono scelti a caso. Il legno per esaltare determinate frequenze, clay per attutirne altre, cartone per lasciar urlare il carillon, vetro e acciaio per gli acuti, creta per i gravi.
Per quel che riguarda la simbologia dell’oggetto, lancio a voi la sfida…
Love me tender, Elvis Presley e Vera Watson, 1956, legno e clay.
Nel blu dipinto di Blu, Modugno/Migliacci, cartone.
Light my fire, The Doors, 1967, metallo e vetro.
Imagine, John Lennon, 1971, creta
Menzione speciale, l’oggetto dedicato a John Cage.
In questo caso si tratta di una produzione originale. L’oggetto si compone di due carillon preparati, in ognuno dei quali scorre un nastro di carta – la partitura. De Maria ha creato un a apposita partitura su nastro di carta il cui testo consiste in un’intervista rilasciata da John Cage. Il primo nastro contiente le domande, il secondo le risposte. Uniti insieme costituiscono un anello, un loop programmato che fornisce le istruzioni per la sonorizzazione dell’oggetto. I due carillon leggono infatti il nastro in corrispondenza dei buchi, scelti e forati da Chiara secondo un disegno preciso…che però vogio mantenere segreto!
L’oggetto, in vetro per far risaltare il più possibile l’intero spettro sonoro, contiene entrambi i carillon, che quindi possono essere suonati insieme o uno alla volta. La preparazione dona alla sonorità  un tocco metalicco attraverso l’applicazione di piccoli oggetti sulle lamelle.
Tutte le foto sono di Chiara De Maria, e la ringraziamo.
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ciao, esiste un link, un contatto, qualcosa?
Grazie!
Ciao! Noi siamo naturalmente in contatto con Chiara. Potrebbe forniti lei tutte le informazioni, quindi la invito a rispondere e a scegliere la maniera migliore per essere eventualmente contattata!
ciao, lascio la mia email per eventuali informazioni, sir_bisss@hotmail.com, grazie mille Sara per il post 🙂
spero a presto, Chiara
[…] Inoltre vi segnalo che, sul sito Soundesign.info, l’ottima Sara Lenzi (che è stata così gentile da partecipare a una delle commissioni di tesi) sta recensendo alcuni degli elaborati. Ha iniziato da Chiara De Maria, e proseguito con Ornella Pesenti (le due donne del primo anno di corso, delle quali siamo particolarmente fieri). […]
grandissima chiara… il tacco rosso ha fatto colpo!!
eheh… un abbraccio!!
op
Questi oggetti sonori sono figli di idee appassionanti e coinvolgenti: brava!
grazie!
ciao
complementi per i tuoi lavori. ho bisogno di piccole ballerine per carillon, sai dirmi dove posso trovarle.
grazie