Abbiamo più volte notato su queste pagine l’evoluzione del sound design e, più in generale, dei commenti sonori e delle musiche nell’industria del video game…oggi spezzo una lancia in favore della comunicazione tra mondi incomunicabili tra estetica e tecnologia e vi parlo di un progetto uscito dalla mente vulcanica di uno dei compositori e sound designer più famosi della industria più potente al mondo nel campo dei videogames, quella americana.
Tommy Tallarico, universalmente riconosciuto come uno dei massimi compositori di musica per videogiochi, pluripremiato e attivissimo nel campo della divulgazione di una certa “video games culture” (date un’occhiata al suo progetto G.A.N.G. di cui parleremo più avanti), ha creato Video Games Live, che registra il tutto esaurito in ogni parte del mondo.
Si tratta di uno “show” vero e proprio – american style! – che propone orchestrazioni delle musiche e dei suoni dei più famosi e memorabili videogiochi dagli anni ’80 a questa parte. Quindi: orchestra sinfonica, megaschermo che proietta i videogiochi le cui musiche vengono suonate, luci, coro, un’esperienza interattiva per qualche fortunato del pubblico che può giocare davvero al videogioco proiettato…
Insomma, un’idea di successo, che dal 2005 non teme cadute di pubblico. E che poggia sull’assoluta certezza da parte dell’agguerrito staff (16 membri permanenti, tutti usciti dal mondo dei videogiochi) che i video games abbiamo costruito negli anni non solo un diversivo e un intrattenimento, ma una vera e propria cultura che ha formato ad una nuova audiovisione ormai qualche generazione.
Colpisce la scelta dell’orchestra e del coro, quasi che a legittimare questa “cultura” ci volesse comunque la dimensione del concerto “classico”…Tommy e i suoi ci dicono che questa scelta ottiente un duplice risultato: legittimare le musiche per i video giochi come “patrimonio culturale”, e dall’altra parte avvicinare le giovani generazioni alla dimensione del concerto e ad una esecuzione strumentale, con tanto di solisti. Mica male come idea, in un momento in cui la musica contemporanea soffre, e lo sappiamo bene.
Troverebbe degradante, un compositore contemporaneo, l’arrangiare SuperMarioBros? Secondo me no…
Per una lista completa dei videogiochi “sonorizzati”, visitate il sito. Qualche assaggio? Halo, Sonic, Super Mario, Zelda, Final Fantasy, Medal of Honor…
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salve, mi sto sforzando per capire cosa ci sia di così interessante (non è una battua). walt disney a suo tempo non ha forse fatto di meglio? e come interpretare le risate del pubblico non appena appare un nuovo gioco?
non è che il discorso video gioco, ambiente sonoro, cultura dell’audiovisivo, valenze psicologiche, possibili sviluppi estetici sia da trascurare…. tutt’altro.
ma qui non vi è nulla di tutto ciò. non so, forse mi sbaglio…… qualcuno ha una chiave di lettura convincente?
Walt Disney fece un’altra cosa: diede un aspetto “visivo” (e impose o “interpretò” a suo modo una narrazione) a brani importanti del repertorio classico. Operazione per me discutibile, ma tant’è, il risultato fu un successo e sicuramente divertente per grandi e piccini, come si suol dire.
L’orchestrazione delle musiche dei videogiochi non ha valenza storica nel mondo della musica contemporanea. Fa divertire il pubblico perché quel pubblico si riconosce nei videogiochi che appunto “gioca” o “ha giocato” passandoci gran parte delle sue giornate. Per quel che mi riguarda i nobili scopi di diffusione di un certo tipo di concerto e quindi di ascolto (l’orchestra, gli strumenti acustici) di cui parlano gli ideatori possono pure essere pure invenzioni marketing-oriented. Però: è inconfutabilmente un’idea di successo. Però: è un segnale, il segnale che ciò che ieri era considerato sound design, quindi aspetto tecnico nemmen “depositabile alla SIAE”, oggi è musica. E’ creato da team capitanati da musicisti, da compositori. Al pari delle migliori produzioni cinematografiche, c’è lo staff che si occupa del sound design e lo staff che si occupa delle musiche.
Perchè la musica contemporanea non sforna idee non dico di successo, ma che catturino una qualsivoglia attenzione da parte di non addetti ai lavori diciamo da 15 anni (come ricordavi tu in un precedente commento, del resto)?
Non si parla qui di arte, si parla qui di giochi, giochi in cui l’aspetto sonoro sta diventando più importante di quello che è in certi ambienti che di sola musica vivono. Laddove gli “sviluppi estetici” sono un peso schiacciante, un genere che vent’anni fa marciava a 8 bit oggi si è permesso alla leggera un’orchestra sinfonica, così, per divertirsi e far divertire. A me basta, come chiave di lettura.