Da questo mese s’inaugura una serie di interviste con personalità nazionali (e non solo) che in modi diversi lavorano nel campo del sound design.
L’obiettivo delle nostre chiaccherate sarà  quello di creare un terreno comune su cui potersi confrontare, così da scambiare competenze, conoscere nuove realtà  e approfondire temi ancora poco esplorati.
Si parte con Pasquale Napolitano, dottore di ricerca in Scienze delle Comunicazioni presso il Corso in Disegno Industriale del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università  di Salerno.
Pasquale, insieme a un interessante gruppo di lavoro, gestisce una serie di progetti di ricerca che toccano il tema della progettazione sonora. Ne abbiamo parlato in una lunga corrispondenza via mail.
Pasquale, le attività  del laboratorio di disegno industriale e comunicazione visiva dell´Università  di Salerno riguardanti il mondo del suono sono molti interessanti. Puoi presentarci il gruppo di lavoro e l’organizzazione del laboratorio?
Il laboratorio di Comunicazione Visiva di cui faccio parte è vive una condizione di peculiarità  , visto che è afferente all’unica cattedra italiana di design inserita in un corso di Laurea in Lettere e Filosofia.
Ebbene, cerchiamo di incarnare di senso questa unicità  , innestando di cultura progettuale l’analisi e la produzione di audiovisivi. Primi tra tutte le facoltà  umanistiche, ad esempio ad avere istituito un laboratorio di programmazione finalizzato alla genesi immaginale che abbiamo chiamato Processing: Designing The Code ed uno finalizzato alla progettazione di interfacce per il video funzionali a videoistallazioni, veejaing et alias (Videofrag on Videoscape).
A breve partirà  altresì un laboratorio didattico multimediale dal titolo SAMPLE DESIGN, sul tema del campionamento e della citazione, e del relativo utilizzo in diversi contesti progettuali (remix video ed audio, remake, sonorizzazioni…). Questo laboratorio nasce, oltre che da una oggettiva constatazione dello stato dell’industria culturale contemporanea, dalla volontà  di collaborare con diverse realtà  produttive indipendenti, come l’etichetta indipendente Freak-House ed il portale di VJ italiano FLxER.it, con i quali abbiamo stabili contatti di amicizia e creatività  .
Un nuovo fronte di sperimentazione che abbiamo sondato nell’ultimo anno quello è legato alle tematiche del sound design. Le prospettive di realizzazione sono straordinarie. Stefano Perna ed io, insieme al sound designer Alessandro Inglima ed il musicista-programmatore Pier Giuseppe Mariconda, abbiamo intrapreso il progetto Sound Barrier_, con tutte le relative germinazioni (Dance Barrier, etc.).
Stiamo anche elaborando un testo sul paesaggio sonoro legato alla nostra terra (titolo provvisorio: Appunti per l’intonazione del mare) ed un manuale di marketing sonoro.
La struttura del laboratorio è articolata in maniera modulare: Stefano Perna ed io coordiniamo tutta l’attività  progettuale. Senza una stratificata gerarchia, ci dividiamo il lavoro in maniera, per così dire, emozionale, secondo il sapere ed il saper fare di ciascuno, coordinati dal Prof. Guelfo Tozzi.
Insieme a noi lavorano talenti e personalità  brillanti: Alessandro Inglima e Pier Giuseppe Mariconda, di cui ho già  parlato, Marianna Marra esperta di economia dello sviluppo e culture immateriali, oltre a Ruben Coen Cagli, fisico ed artista preziosissimo, attualmente a New York ad insegnare neuroscienze.
Come coniugate l’attività  di ricerca in ambito sonoro con quella didattica? Chi sono i vostri studenti? Come li coinvolgete in un’attività  che, pur essendo inserita in una facoltà  umanistica, richiede delle evidenti competenze tecnologiche?
Cerchiamo di tenere sempre ben presente come nello statuto dell’opera digitale suoni, immagini, video, testi, siano fatti, per così dire, della stessa carne: sequenze di codice binario.
Questa premessa ci è d’aiuto nel far convivere le diverse attitudini di studenti di comunicazione con percorsi formativi tra loro eterogenei. Non tutti, ovviamente, interessati in maniera vocazionale al suono, quanto, per la maggior parte, al video ed alla comunicazione visiva.
Cerchiamo di far capire loro quanto, oggi più che mai, suono, immagine, corpo, siano parte dello stesso tessuto ipermediale.
In un certo senso questa è la premessa che ci anima anche fuori del contesto didattico, in particolare in relazione al progetto SoundBarrier_, che, detto sinteticamente, consiste in un processo di trans-codifica sonora di materiale video analogico, effettuato seguendo i parametri peculiari di tale medium, come ad esempio il flickering della pellicola, il fremito.
Per quanto riguara l’aspetto tecnico richiesto a chi collabora con noi, o segue i nostri laboratori, abbiamo come motto una frase di Gilles Deleuze: “Le macchine desideranti funzionano inceppandosi”. Come a dire che la competenza tecnica non è il fine (come invece troppo spesso in ambiente laboratoriale), ma il mezzo. Chi vuol lavorare creativamente con le macchine ha bisogno di conoscerene le procedure, ma anche di entrare in un ottica di forsennamento con esse (quasi a citare Artaud), coglierne le potenzialità  espressive laterali, alternative, intime, fuori frame. Dal canto nostro, cerchiamo di alimentare negli studenti la passione.
Hai citato un manuale di Marketing sonoro in cantiere. Da cosa nasce l’esigenza di creare oggi in Italia una pubblicazione di questo tipo? Ritieni che le aziende siano pronte? O meglio, che siano interessate al tema del suono legato a possibili risulttai di business?
Per tutte le aziende che puntano, anche solo inconsapevolmente, sull’economia dell’immateriale, quindi sull’ausilio di campagne pubblicitarie, marketing, comunicazione visiva e multimediale in senso lato, dovrebbe essere di massima imoprtanza la gestione e la progettazione di ogni elemento della intricata coreografia che ne compone la corporate image. Tra questi ovviamente c’è il suono.
Come per un approccio professionale alla comunicazione visiva è necessario che ogni elemento venga declinato in modo da fornire un universo coerente di segni caratterizzanti applicati a tutti i contesiti comunicativi (tale è, appunto, il manuale d’immagine), così la stessa esigenza va espressa sul versante sonoro, con la redazione di un manuale d’immagine sonora.
Per concludere, vorrei aggiungere che non consideriamo nostri interlocutori soltanto le aziende, ma anche enti, fondazioni e tutti coloro che siano interessati a lavorare sull’economia della conoscenza: unica soluzione per emanciparsi, almeno parzialmente, dalla condizione marginale e periferica dell’università  del mezzogiorno.
Come può uno studente entrare a fare parte del vostro gruppo di lavoro? Contatti, corso di laurea, etc..
E’ molto semplice: basta venire nel Laboratorio di Comunicazione Visiva diretto dal Prof. Tozzi ed esprimere interesse in merito alle nostre linee di ricerca.
Quali sono a tuo parere i personaggi più determinanti nel mondo del suono di ieri, oggi, domani?
E’ una domanda troppo vasta per consentire una risposta univoca.
Quella verso la liberazione del suono dalla struttura musicale è una battaglia ormai secolare di cui però non sono stati che sparati i primi colpi di fucile. Dai compositori di elettroacustica, così come da quelli di tape music prima, ai sound designer, Dj, produttori di detriti sonori, tecnici e ingegneri del suono, poi.
Una dialettica simile e contemporanea a quella tra arte e design, che attraversa tuta la modernità  imponendo una diversa consapevolezza progettuale ed uno scarto estetico che, più o meno consapevolmente, orienta l’operato ed il gusto di ciascuno.
“Il fatto è che il nostro alfabeto musicale si deve arricchire. Noi abbiamo così terribilmente bisogno di nuovi strumenti. [….] Le nuove strumentazioni dovranno essere aperte […] I musicisti devono affrontare la questione con grande serietà  e con l’aiuto degli ingegneri. […l Già  nella mia opera personale sento il bisogno di nuovi mezzi d’espressione per la mia musica”. Edgard Varese.
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Che bello che nascano situazioni del genere in ambienti così statici e governati da gerontocrazia e raccomandazioni come le università  .
Un caso su mille.
Bene così
ciao Francesco, stiamo cercando in tutti i modi di scovare gruppi di lavoro di questo tipo in Italia, che non sono molti, e, come dici tu stesso, devono sgomitare molto per poter dedicarsi ad attività  legate al mondo del suono.
Già  nella prossima settimana dovremo avere qualche nuovo contributo
fantastico aspetto con ansia ….
il discorso e gli esempi sul sito di soundbarrier sono molto ma molto stimolanti: a quanto pare c’è vita anche dalle parti di Salerno!
Conosco molto bene Pasquale e Stefano, stanno facendo un gran bel lavoro, aprendo la strada a discipline spesso così distanti dalla cultura accademica. Mi ha fatto molto piacere leggere di loro su soundesign.info.
Bravo Gianpaolo
[…] The first part of the panel was dedicated to the presentation of the contributions we requested to some sound professionals and musicians we respect a lot: Kim Cascone, Unidentified Sound Object, Miguel Isaza, Stefano Delle Monache and Andrew Spitz, while the second part consisted of a live performance based on Mayr’s work, directed by Luigi Mastandrea and performed by Enrico Ascoli, Alessandro Capozzo, Yasuhiro Morinaga and Pasquale Napolitano. […]
[…] Intervista con Pasquale Napolitano | sounDesignSi parte con Pasquale Napolitano, dottore di ricerca in Scienze delle Comunicazioni presso il Corso in Disegno Industriale del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Salerno. … Pasquale, insieme a un interessante gruppo di lavoro, gestisce una serie di progetti di ricerca che toccano il… […]